Il volontariato alpino
Gli Alpini e il volontariato
Uomini fieri ed
						infaticabili, uomini ricchi di fede, temprati dalla lotta con la natura, dotati
						di un luminoso patrimonio spirituale ereditato dai propri padri, gli Alpini
						hanno portato sempre intatto nella parentesi del servizio militare, queste
						preziose qualità civiche ed umane, indispensabili per chi deve assicurare la
						difesa della Patria.
Non c’è pagina della storia militare italiana
						dall’ultimo ventennio del secolo diciannovesimo ad oggi che non ha visto in
						prima fila gli Alpini: ne
						fanno fede le 207 medaglie d’oro al Valore Militare, le 4 medaglie d’oro al
						Valore Civile e una medaglia d’oro al Merito Civile della Croce Rossa Italiana
						che fregiano il glorioso Labaro Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini e che racchiude e sintetizza la prestigiosa
						storia del Corpo degli Alpini.
L’Associazione Nazionale Alpini
						(A.N.A.), che prese vita a Milano l’8 luglio 1919, ad
						opera di un gruppo di valorosi reduci alpini delle campagne d’Africa e della
						Grande Guerra, non solo mantiene solidi rapporti di amicizia con le altre
						Associazioni Combattentistiche d’Arma delle Forze Armate ma, dal maggio 1985, ha  esteso stretti
						rapporti di amicizia con associazioni combattentistiche di altre nazioni.
Per iniziativa
						dell’Associazione Nazionale Alpini, il 24 maggio 1985, è nata la Federazione
						 Internazionale Soldati  di
						Montagna (I.F.M.S.) che riunisce all’insegna della fratellanza
						e della comprensione in un unica cordata di ideali e di spirito tutti i soldati
						appartenenti alle associazioni di soldati di montagna di Austria, Germania,
						Francia, Stati Uniti e Italia.
Primo emerito presidente
						della Federazione è stato un valoroso alpino italiano il Dr. Egidio Furlan di
						Trieste. Se onnipresente e massiccia, con migliaia di caduti e feriti, fu la
						presenza delle Truppe Alpine su tutti i fronti di guerra, non dobbiamo
						dimenticare che gli alpini in armi ed in congedo dell’ Associazione Nazionale Alpini
						sono stati e sono sempre presenti ovunque la solidarietà umana richiede
						impegno, aiuto morale e materiale.
Senso di solidarietà che è
						innato nella gente di montagna, che consiste nell’offrire la propria
						disponibilità verso gli altri senza interesse e a profonderla con generosità
						specie verso i più bisognosi e i più deboli.
Gli esempi in tal senso
						sono innumerevoli e pressoché quotidiani.
L’Associazione Nazionale Alpini
						non è solo costituita da uomini che amano radunarsi per sfilare con il cappello
						alpino in ricordo ed in onore delle generazioni del passato; essa è
						oggi più che mai un organismo vivo ed operante nella realtà quotidiana del
						nostro Paese con il fine di insegnare ai giovani l’amore verso il prossimo e
						l’amore verso la Patria.
In quella occasione venne
						trasportata faticosamente sulla cima una colonna mozza con
						la scritta “Per non dimenticare”
						e il cappellano militare del Battaglione Monte Stelvio, padre Giulio
						Bevilacqua, che partecipò ai cruenti combattimenti su quella cima consacrata
						dal sangue di moltissimi soldati, celebrò una S. Messa in suffragio di tutti i
						Caduti.
Fedele all’impegno di “Onorare i caduti aiutando i
						vivi”, l’Associazione con i suoi 384.000
						soci, ed i suoi Gruppi della Protezione Civile che si estendono su tutto il territorio
						nazionale (oltre 13.000 volontari, organizzati in 72 squadre operative a
						livello provinciale) interviene in massa volontariamente in soccorso
						delle popolazioni civili colpite da calamità naturali e in occasione di
						emergenze pericolose, senza limiti di tempo e di spazio.
In caso di emergenza, nel
						giro di poche ore, sono in grado di raggiungere le località più diverse e più
						lontane in Italia e all’estero.
La svolta decisiva che
						coinvolse unitariamente tutta l’Associazione
						avvenne all’indomani del tremendo terremoto che nel maggio 1976 sconvolse
						il Friuli.
Migliaia di soci furono
						chiamati, dal Presidente dell'Associazione Franco Bertagnolli,
						a offrire un gesto di solidarietà e realizzarono un imponente progetto di
						soccorso e di ricostruzione.
E' impossibile ricordare
						tutto questo grande patrimonio di solidarietà e di generosità che si traduce
						ogni giorno in varie attività di volontariato, di pronto intervento, di
						assistenza e di soccorso verso chi si trova in difficoltà. Nell’Associazione operano i Gruppi di “Donatori
						di sangue”, di “Donatori di organi”,
						le Squadre di “Soccorso alpino”, le “Squadre
						ecologiche”, le “Squadre specializzate nel
						restauro di chiesette e monumenti ai caduti", le "Squadre
						preposte alla manutenzione delle strade di montagna, ai corsi d’acqua e molte
						altre attività di pubblica utilità".
Fra le molte iniziative alcune
						si possono a buona ragione definire le più importanti:
-la costruzione, nel 1977, del Centro di
						rieducazione di Endine Gaiano nell’alto bergamasco che può ospitare una
						quarantina di handicappati;
-la costruzione della “Casa di pronta accoglienza” a
						Cinisello Balsamo, edificata dalla Sezione A.N.A.
						di Milano e che consente di accogliere e di assistere in modo idoneo chi chiede
						aiuto quando non ha un posto per dormire e un tavolo per mangiare;
-la costruzione della “Baita Don Onorio” di Trento,
						costruita dagli alpini trentini per ospitare famiglie che si trovano in
						condizioni precarie;
-la costruzione da parte delle Penne Nere bresciane
						della “Scuola Nikolajewka” di mestieri per spastici e miodistrofici, inaugurata
						a Brescia nel gennaio 1984;
-la costruzione del Centro di assistenza “Il
						Fienile” per bambini handicappati costruito dagli alpini di Padova con fini
						ricreativi e di accoglienza;
-la costruzione del Centro polifunzionale per
						handicappati di Dalmine, capace di ricevere 120 persone bisognose di cure;
-la costruzione delle Case “Natale 1”  e “Natale 2”  ad Aviano, destinate
						all’accoglienza dei malati terminali provenienti da tutta Italia e per dare
						alloggio ai parenti dei malati di tumore ricoverati presso il centro oncologico
						di Aviano;
-a Lalaua in Mozambico l’A.N.A.,
						nel 2006, ha 
						costruito un collegio per ragazze, un centro nutrizionale per bambini e un
						centro di promozione per la donna;
-l’ospedale da campo aviotrasportabile della Protezione
						Civile dell’Associazione Nazionale Alpini, una struttura mobile composta da 20
						shelter, predisposta da tempo con eccellenti equipe di medici, paramedici e
						personale tecnico, per un totale di 675 volontari e volontarie, completamente
						autosufficiente e in grado di intervenire in qualsiasi condizione di tempo e di
						luogo nel giro di poche ore. Si tratta di una Unità sanitaria ormai da tempo
						consolidata e riconosciuta dal Dipartimento della Protezione Civile.
Nell’aprile del 1999, in 
						pieno conflitto balcanico, è stato inviato a Kukes e a Valona l’Ospedale da
						Campo per dare assistenza ai profughi ed un Gruppo della Protezione Civile
						dell’A.N.A. ad allestire campi per i kosovari
						coinvolti dalla guerra in Kosovo e per dare loro assistenza sanitaria.
Sono tante piccole luci che
						da molti anni si accendono per aiutare il nostro prossimo che si trova in
						difficoltà o nel dolore. Nel luglio del 2000, per vincere
						l’odio, l’Associazione Nazionale Alpini ha ricostruito una scuola in Bosnia,
						a Zenica (a 60
						 chilometri  da Sarajevo), un complesso che ospita
						ottocento fra studenti delle medie e scolari delle scuole elementari delle tre
						etnie. Si tratta di un lavoro significativo e importante tendente a migliorare
						i rapporti umani fra le varie etnie, progetto che punta sui giovani e che si
						propone di sconfiggere l’odio e le ingiustizie fra gli uomini.
Non esiste differenza, sotto l’aspetto della
						disponibilità al sacrificio e della solidarietà umana, fra gli Alpini in armi e
						gli Alpini in congedo, fratelli da sempre impegnati in nobile slancio di
						altruismo ogni qualvolta la posta è il salvataggio di vite umane o l’aiuto
						tangibile ed immediato a persone che si trovano in stato di sofferenza.
Slancio più volte dimostrato
						nelle attività di soccorso in occasione dei disastri o calamità naturali che
						sovente colpiscono il nostro Paese o i territori esteri.
Non a
						caso la prima decorazione, in assoluto, al Valore ad un reparto alpino venne
						concessa non per un atto di guerra ma bensì per un atto di solidarietà umana
						nei confronti della popolazione civile. La meritò il Battaglione Alpini “Val Stura” del 2°
						Reggimento Alpini che, la notte del 19 agosto 1883, accorse tempestivamente a
						spegnere un furioso incendio sviluppatosi nell’abitato di Bersezio (Provincia
						di Cuneo).
Dal primo intervento degli
						Alpini effettuato nel luglio 1873 dalla 14a Compagnia Alpina di
						Pieve di Cadore a favore della popolazione di Alpago (Belluno), colpita dal
						terremoto, le “Penne Nere” hanno sempre operato con
						grande tempestività, elevata efficienza operativa con magistrale competenza
						negli interventi, riscuotendo l’apprezzamento e l’ammirazione incondizionata
						della popolazione e delle autorità civili e religiose.
Questa presenza nei momenti
						drammatici dell’emergenza, questa vicinanza degli alpini alle popolazioni
						colpite da eventi calamitosi è un unico filo conduttore che, da quel lontano
						1873, ci porta fino ai giorni nostri.
Dal primo soccorso ad oggi migliaia sono stati gli
						interventi di carattere umanitario a favore dei disastrati e dei più deboli, il terremoto in Calabria nel settembre del 1905,
						il violentissimo terremoto di Messina del 1908, il disastro per il crollo della
						diga del Gleno nel 1923, la catastrofe del Vajont nell’autunno del 1963 che
						distrusse interi paesi, la devastante alluvione del novembre 1966 nell’Italia
						settentrionale.
E ancora il terremoto del
						Friuli nel 1976 (per l’impegno ed i risultati raggiunti all’Associazione
						Nazionale Alpini viene conferita la medaglia d’oro al merito civile)
						e dell’Irpinia nel 1980, la frana di Stava nel 1985, l’alluvione della
						Valtellina nell’estate del 1987, il terribile terremoto in Armenia nel 1988,
						l’alluvione in Piemonte nel novembre 1994, nel 1997 il terremoto in Umbria e
						Marche, nell’ottobre del 2000 la devastante alluvione in Piemonte e in Val
						d’Aosta che sconvolse intere vallate, nel 2002 in  Molise colpito da
						un sisma che ha portato morte e distruzioni.
A seguire, il terremoto in
						Abruzzo che distrusse L'Aquila e dintorni nel 2009, il terremoto in Emilia nel
						2012 e le alluvioni che hanno colpito la Liguria dal 2010 al 2015.
Anche all'estero la
						presenza dei volontari Alpini è stata importante come nel caso dello Tsunami
						che ha sconvolto Haiti nel 2012.
Per dirla in breve:
DOVE C'E' BISOGNO GLI ALPINI RISPONDONO
						SEMPRE
PRESENTE
 
 
