Il secondo dopoguerra
La ricostituzione delle Brigate nel dopoguerra
La rifondazione delle
truppe alpine, dopo la fine della guerra, è stata relativamente lunga,
occorsero infatti otto anni per passare dai tre battaglioni “Piemonte”,
“L’Aquila” e “Monte Granero” alle cinque Divisioni che per decenni avrebbero
costituto l’organico del Corpo.
I vincoli posti prima
dal regime armistiziale, che di fatto sanciva una situazione di sovranità
limitata e di occupazione, e successivamente dal trattato di pace del 1947,
impedirono una ricostruzione rapida e organica.
Solo con l’adesione
italiana al Patto Atlantico nel 1949 le diffidenze e i limiti vennero superati
e alle nostre forze armate fu assegnato il compito di tenere da sole la
frontiera nordorientale.
In questa cornice
operativa, i reparti alpini vennero ricostituiti a tappe successive: nella
primavera 1946, il 4°, 6° e 8° reggimento, ognuno con tre battaglioni e una
compagnia mortai da 81 mm
(con sedi rispettivamente a Torino, Bolzano e Udine); nell’ottobre 1949 la
brigata “Julia”, dislocata in Friuli e in Carnia; nel maggio 1951 la brigata
”Tridentina”, dislocata nell’Alto Adige centrorientale; nell’aprile 1952 la
brigata “Taurinense”, dislocata in Piemonte; nel gennaio 1953 la brigata
“Orobica”, dislocata nell’Alto Adige centroccidentale; nel luglio 1953, infine,
la brigata “Cadore”, dislocata nel Bellunese e nel Cadore.
Intanto nell'aprile del
1947 ricomparve il giornale L'Alpino,
anch'esso nato nel 1919 su iniziativa del tenente degli Alpini Italo Balbo, poi
noto esponente del fascismo.
Nell'ottobre del 1948 si
svolse a Bassano del Grappa la prima adunata del dopoguerra, che dopo una sosta
nel 1950 dovuta a ragioni tecniche, riprese senza più interruzioni.
Nello stesso anno venne
ricostituita la Scuola militare alpina di Aosta, mentre la Guardia alla
Frontiera, istituita durante il fascismo col compito di presidiare il sistema
fortificato del Vallo Alpino, fu assorbita dalle truppe Alpine, dando vita alla
specialità degli Alpini d'Arresto.
Per presidiare le nuove
opere fortificate, nei primi anni cinquanta vennero costituiti dapprima i
"battaglioni da posizione", poi i "raggruppamenti da
posizione" per poi passare, nel 1962, ai "reparti d'arresto".
I battaglioni da
posizione e i reggimenti da posizione fino al 1957 ebbero in carico tutte le
postazioni di montagna e di pianura. A partire da tale data, invece, le
fortificazioni di pianura restarono alla Fanteria d'Arresto, mentre quelle di
montagna passarono definitivamente agli Alpini.
Verso la metà degli anni cinquanta le truppe Alpine
furono quindi portate a cinque brigate: "Taurinense", di stanza in Piemonte con il comando a Torino
ed i reparti in val Chisone, val Susa e nel Cuneese; bacino di reclutamento in
Piemonte, Valle d'Aosta, Piacentino e nelle zone appenniniche della Liguria
e della Toscana; "Orobica", di stanza nell'Alto Adige occidentale, con il comando a Merano ed i
reparti in val Venosta e valle Isarco;
bacino di reclutamento in Lombardia; "Tridentina", di stanza in Alto
Adige orientale, con il comando a Bressanone
ed i reparti in val Pusteria e valle
Isarco; bacino di reclutamento in Trentino-Alto Adige e nella provincia di
Verona; "Cadore", di stanza in Veneto con il
comando a Belluno ed i reparti nel Cadore; bacino di
reclutamento nelle province di Belluno e di Vicenza e nelle zone appenniniche
dell'Emilia-Romagna centro-orientale; "Julia",
di stanza in Friuli con il comando a Udine ed
i reparti in Carnia (un battaglione, "L'Aquila" distaccato in Abruzzo);
bacino di reclutamento in Veneto nella provincia di Treviso, Padova e Verona in
Friuli-Venezia Giulia, in Abruzzo e nella provincia di Isernia.
Negli anni cinquanta nacquero
gli alpini paracadutisti "Monte Cervino", che tuttora rappresentano
l'élite delle truppe alpine. Altra novità fu l'istituzione dei Centro
Addestramento Reclute (CAR), per la formazione iniziale delle reclute di leva.
Negli anni settanta,
nell'ambito di una ristrutturazione dell'esercito per ridurre i contingenti
rendendo l'istituzione militare più efficiente e moderna, le truppe alpine
furono riorganizzate con l'abolizione dei reggimenti e la formazione di unità
di livello superiore; le brigate. Queste brigate alpine erano riunite nel IV
Corpo d'Armata Alpino del quale il primo comandante nel 1952 era stato il
generale Clemente Primieri, che comprendeva anche unità di supporto di
cavalleria, artiglieria,genio militare, trasmissioni, aviazione leggera e
servizi.
Compito del IV° Corpo
d'Armata era la difesa del settore alpino nord-orientale in caso di un attacco
sferrato dalle forze del patto di Varsavia. Nell'estate 1972, per festeggiare
il centenario, rappresentanze di cinque brigate alpine e della Scuola militare
alpina organizzarono il cosiddetto "raid del centenario" con una
marcia che da Savona, passando per Trieste, arrivò il 20 luglio a Roma.
La firma del trattato di
pace e il successivo ingresso dell’Italia nella NATO dette il via alla
ricostituzione dell’ Esercito Italiano.
Nell’arco di otto anni,
vennero ricostituite, cinque Brigate Alpine: Julia, Tridentina,
Cadore, Orobica e Taurinense, formate su un reggimento alpini,
un reggimento artiglieria da montagna e supporti tattici e logistici.
Durante la lunga stagione della guerra fredda gli
alpini erano in prima linea, a difesa dei confini orientali, nel contesto del grande sforzo alleato di
contenimento del blocco sovietico che minacciava l’Europa Occidentale.
Dalle truppe alpine dal
1963 era inoltre tratto il contingente che costituì la componente italiana
assegnata all'Allied Mobile Force-Land (AMF-L) della NATO, dipendente dal Comando
alleato in Europa.
Una piccola e mobile task force nata con personale della
Taurinense, formata da 1.500 uomini suddivisi in tre unità: il "Gruppo
tattico alpini aviotrasportabile", il "Reparto di sanità
aviotrasportabile" e il "National Support Element" per il
sostegno logistico del contingente.